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Portulacaria afra
La pianta della settimana. Scheda Tecnica
Famiglia: Didiereaceae
Genere: Portulacaria
Specie: Portulacaria afra (L.) Jacq.
Etimologia:
Il nome del genere Portulacaria indica una somiglianza morfologica con il genere Portulaca, a cui inizialmente si pensava appartenesse. Il suffisso latino -aria esprime appartenenza o affinità. Il nome specifico afra è un aggettivo latino che significa africana, riferito alla provenienza geografica della specie.
Distribuzione:
Specie endemica del Sudafrica, Portulacaria afra si rinviene prevalentemente nelle regioni orientali del Capo e nel KwaZulu-Natal, in habitat aridi e semi-aridi, spesso su pendii rocciosi con substrati calcarei o scistosi. Tollera condizioni ambientali estreme, con escursioni termiche significative e precipitazioni irregolari spesso inferiori ai 400 mm annui.
Descrizione:
É una pianta piuttosto comune, sia come pianta ornamentale sia come bonsai, in molte parti del mondo.
Botanicamente parlando é una fanerofita succulenta arbustiva. Il portamento è cespuglioso o ad alberello, con altezza fino a 2-5 metri in habitat naturale e molto più contenuta in coltivazione. Il fusto è lignificato alla base, i rami giovani sono carnosi, glabri, di colore bruno-rossastro. Le foglie sono opposte, subsessili, intere, obovate o tondeggianti, spesse e succulente, di colore verde brillante, con margine intero, lunghe mediamente 1-2 centimetri. I fiori sono piccoli, attinomorfi, pentameri, di colore rosa tenue o lilla, riuniti in infiorescenze terminali. La fioritura è rara in coltivazione e più frequente in habitat nativo, in seguito a piogge. Il frutto è una capsula indeiscente, poco appariscente.
Coltivazione
Molto facile. Richiede esposizione in pieno sole o mezz’ombra molto luminosa. In ambiente protetto necessita di buona ventilazione. La temperatura minima consigliata è di 5 gradi Celsius. Può tollerare gelate brevi solo se il substrato è completamente asciutto. Il substrato deve essere molto drenante, costituito da materiali inerti come pomice, lapillo e sabbia grossolana, con minima frazione organica. Le annaffiature devono essere moderate in primavera e estate, lasciando asciugare completamente il substrato tra un’irrigazione e l’altra. In inverno vanno drasticamente ridotte o sospese. La concimazione va effettuata 1 o 2 volte durante la stagione vegetativa con fertilizzanti poveri di azoto e bilanciati in macro e microelementi.
Propagazione
La propagazione avviene principalmente per talea di ramo, sia erbacea che semilegnosa. Le talee vanno lasciate asciugare per alcuni giorni prima dell’interramento in substrato sabbioso appena umido. Il radicamento è veloce e avviene con alta percentuale di successo a temperature comprese tra 20 e 25 gradi. La semina è possibile ma raramente praticata in coltivazione.
Curiosità:
Viene ampiamente utilizzata come pianta ornamentale da esterni nei climi miti o da interno in ambienti temperati. È molto apprezzata anche nel bonsaismo per la sua adattabilità alla potatura e per l’aspetto ramificato e compatto. In Sudafrica è impiegata nei programmi di riforestazione e nella lotta contro la desertificazione. Le foglie sono commestibili, leggermente acidule, e vengono talvolta consumate a scopo alimentare o tradizionale.
Articoli | 05-07-25 12:41 | Visite: 55
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