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Ragnetto rosso (Tetranychus urticae)
L'acaro travestito da ragno
Anche se lo chiamiamo "ragnetto" in realtà è un acaro e non è neppure tanto "etto" perchè è un temibile nemico delle nostre amiche cicciottelle. A differenza dei ragni infatti gli acari sono parassiti con un corpo unico e 4 paia di zampe.
Il nome scientifico del ragnetto rosso è Tetranychus urticae, anche se è originario dell'Eurasia ormai è diffuso in tutto il mondo. Misura circa mezzo millimetro di lunghezza, ha 8 zampe piuttosto lunghe e le femmine sono leggermente più grandi dei maschi.
In realtà nonostante il nome faccia pensare ad un ragno rosso solo nella fase adulta diventa rosso ma iniziamente è verdastro o semitrasparente nella prima fase. Per questo è spesso scambiato con i ragnetti rossi dei muri (Balaustium murorum e Trombidium holosericeum) che sono grandi 1 o 2 mm e sono innoqui per noi per le nostre piante.
Si moltiplica molto rapidamente, quindi se non si interviene in tempo provoca molti problemi alle piante. Grazie al loro apparato boccale pungente, succhiano il citoplasma e contemporaneamente iniettano la loro saliva tossica. questo processo causa inizialmente l’ingiallimento e lo scolorimento dei colori delle foglie o dell'epidermide. Oltre ai danni che provocano direttamente vi sono anche i danni indiretti nelle ferite lasciate dal loro morso che favoriscono l’attacco di altre malattie fungine e batteriche che portano al graduale rallentamento dello sviluppo e della crescita della pianta.
Anche se si riproduce velocemente il suo ciclo di vita è relativamente breve: una femmina depone le uova sulle foglie durante l'estate e, appena si schiudono, emergono le larve, che inizieranno a nutrirsi delle cellule della pianta. Subito dopo si trasformano in proto-ninfe e poi in deutonimie. Questi esemplari saranno verdastri, ma man mano che si avvicinano all'età adulta diventeranno di un rosso intenso.
Come i ragni crea fitte ragnatele tra le foglie o nelle parti più nascoste, ad esempio tra le costolature, alla base del colletto o tra le spinagioni fitte. Una volta schiuse le uova si spostano attaccando gli apici più giovani e teneri dell'epidermide dove inizialmente appaiono piccole puntinature dei morsi poi la parte attaccata poi ingiallimenti di aree più vaste.
RIMEDI CHIMICI
Come detto il problema principale è che si moltiplica velocemente ed ha cicli riproduttivi molto veloci (oltre 100 generazioni all'anno) quindi se notiamo un attacco dobbiamo agire con tempestività. Anche se ci sono diversi metodi biologici spesso è necessario ricorrere ad acaricidi chimici. Ve ne sono numerosi in commercio, i principi attivi che sono efficaci contro il ragnetto sono abamectina, etossazolo o propargite.
Sempre per via del fatto che produce generazioni così rapidamente è bene usare contemporaneamente un prodotto che agisca sia sugli acari adulti sia sulle uova, altrimenti anche se avremo sconfitto gli acari adulti dalle uova nasceranno presto nuove popolazioni.
Solo per fare dei nomi spesso vengono combinati insieme abamectina (adulticida) e Exitiazox (ovo-larvicida).
Altre sostanze usate per la lotta al ragnetto sono il Piretro e il Rotenone.
Purtroppo si adattano facilmente agli antiparassitari quindi è necessario ruotarli spesso per evitare resistenze.
Inutile dire che essendo prodotti chimici non fanno male solo agli insetti ma anche a noi, oltre a indossare i guanti, dobbiamo leggere e seguire le istruzioni riportate sulla confezione del prodotto.
Per molti fitofarmaci ormai è necessario il patentino verde ma ancora si trovano piccole quantità per uso hobbistico che nel caso di poche piante/esemplari possono andare bene.
RIMEDI NATURALI
Se non vogliamo usare le armi pesanti perchè l'attacco è ancora limitato e contenuto pssiamo provare con rimedi naturali.
Iniziamo subito con una premessa, gli insetti iniziano a colpire piante in non perfetto stato di salute. Con una giusta coltivazione (aria, luce. acqua e terra) si limitano infatti gli attacchi dei parassiti e quindi questa mi sento di dire che è la prima forma di prevenzione che dobbiamo adottare.
La seconda, se vogliamo ancora più banale è: l'osservazione! Le piante vanno osservate costantemente per accorgersi in tempo se c'è qualcosa che non va.
Un primo accorgimento semplice che possiamo adottare è evitare che si formino le condizioni ideali per il ragnetto, sappiamo che teme l'umidità, ragion per cui è bene nebulizzare ogni tanto le piante evitando di lasciarle a lungo troppo asciutte, magari al mattino presto quando sappiamo che ci saranno due o tre giorni di temperature miti.
In agricoltura, soprattutto per piante ornamentali e agrumi è molto utilizzata una soluzione così fatta: 1lt d acqua + 5ml do olio di soia + 2,5ml di detersivo comune per piatti. Questa soluzione agisce per contatto soffocando gli insetti. Per mia esperienza l'olio sulle piante grasse, soprattutto quelle coperte da pruina (Copiapoa in primis ma anche le Echeverie...) è deleterio, ma siccome questa miscela agisce in poche ore si può pensare dopo il trattamento di ridare una bagnata per lavar via olii e detersivo.
Vi sono poi alternative biologiche che consistono nel introdurre nelle coltivazioni dei predatori naturali del ragnetto rosso, alcuni di questi sono: Neoseiulus californicus, Phytoseiulus persimilis, Conwenzia psociformis, Stethorus puntillum, Feltiella acarisuga, Nesidiocoris tenuis
Riporto infine, solo a titolo di curiosità, perchè non avendo mai provato in prima persona rimane ancora un mito da confermare o sfatare un metodo che già da anni circola in rete su un famoso coltivatore italiano. La "leggenda" narra che la lotta al ragnetto e ad altri parassiti si può combattere nebulizzando acqua tonica (altri dicono coca-cola) direttamente sui cactus. Non è dato però sapere se questo sia dovuto alla pellicola appiccicosa che lo zucchero contenuto nella bevanda crea sulla pianta, all'anidride carbonica, al chinino o alla combinazione delle stesse.
Anche se in caso di attacco con una lente di ingrandimento si riescono a intravedere dei piccoli puntini (ricordiamoci che è grande meno di 1 millimetro!) che si muovono non son mai riuscito a fotografarne uno, per questo vi riporto una foto presa da wikipedia
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Malattie e Cure | 25-02-22 20:36 | Visite: 6K
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