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Ancora sulle semine...

La sottovalutata tecnica del sacchetto!

 

Sino a poco tempo fa avevo sempre sottovalutato il metodo del sacchetto. vuoi per curiosità o per la mia propensione alla sperimentazione gli ultimi mesi ho provato questa tecnica di semina. Da subito son rimasto stupito positivamente per gli ottimi risultati e per la sua semplicità. Sino ad ora seminavo in cassette di plastica di dimensioni variabili, dai 6cm ai 20cm, chiuse poi in box di plastica trasparente (quelle che solitamente si usano per riporre le scarpe). 

La tecnica del sacchetto rispetto ad altre (cellophane o scatole trasparenti) permette di avere una umidità relativa costante sempre molto alta (prossima al 100%). I semi germinano molto più velocemente e facilmente anche con temperature che superano i 30°. Un ulteriore vantaggio è che non c'è nemmeno bisogno di bagnare continuamente il pane di terra sino a quando il sacchetto resta chiuso.

 

I migliori risultati li ho ottenuti seguendo questi piccoli accorgimenti che vado a descrivere.

Uso contenitori in plastica (tipo vaschette gelato) che stiano agevolmente nei classici sacchetti trasparenti per il freezer (circa 10X15cm).  I Vasi devono avere molti fori grandi, almeno 1/2 cm (ci si puo' aiutare con la punta di un cacciavite arroventato o con un qualsiasi trapano/avvitatore). Lavo i contenitori con acqua e candeggina (rapporto "a occhio", circa un cucchiaio per litro), risciacquo bene. Sul fondo ripongo un velo di carta assorbente da cucina o tessuto non tessuto per evitare che fuoriesca la terra e che la risalita dell'acqua per capillarità sia più uniforme (quest'ultima considerazione è da verificare!). 

Suddivido il pane di terra in tre strati:

il primo molto drenante, argilla espansa, pomice e altri inerti (ghiaia comune o cocci di mattone pestato),  solitamente sono gli  scarti setacciati da altre composte. Questo strato non influisce sulla crescita perchè raramente le radici delle piantine arriveranno sino a questo strato perche verranno ripichettate o trapiantate prima. Serve "solo" (si fa per dire) per il drenaggio ovvero per evitare ristagni. 

Per il secondo strato uso un terriccio solitamente più ricco rispetto a quello che si usa normalmente per le semine,  aggiungo quind almeno alcune pari di terriccio di foglie bensetacciato e decomposto, non vi nascondo che a volte, e qui qualcuno storcerà il naso, ho provato anche pochissime parti di stallatico be maturo ed ovviamente finemente setacciato. Questo strato intermedio favorisce la crescita delle piccole piantine una volta che hanno superato la fase critica ed hanno un apparato radicale seppur piccolo ma già abbastanza sviluppato.

L'ultimo strato è quello classico per semine, quasi puramente minerale per la maggior parte composto da zeolite, pomice, lapillo, sabbia quarzifera, perlite in parti variabili. 

Ricopro con ghiaietto e presso (leggermente) solo i semi più grandi. La maggior parte non hanno bisogno di essere coperti.

A questo punto si immerge il vasetto con la composta e la semina in un contenitore più grande con qualche cm d'acqua (il livello non deve mai superare quello dei semi altrimenti galleggerebbero), In qualche minuto (solitamente più di 5min, ma in base alla composta) il pane di terra sarà completamente bagnato. Faccio scolare bene l'accqua i neccesso inclinando il vasetto e ripongo nel sacchetto trasparente, facendo attenzione a gonfiarlo bene d'aria e sigillandolo accuratamente con un elastico. Bisogna fare attenzione che non ci siano ristagni d'acqua sul fondo del sacchetto anche se alcuni lo consigliano...

Per evitare il proliferare di funghi e alghe (quasi inevitabili con questo metodo) evito ormai di sterilizzare il terriccio da semina (il gioco non vale la candela!) per compensare però per le prime irrigazioni (sempre dal basso) uso solo acqua distillata con fungicida (ad esempio il previcur in concentrazione pari a 2ml per litro). Se si ha paura della terribile mosca sciara o meglio delle sue affamate larve si puo' utilizzare anche un insetticida come per esempio il confidor 0,5ml per litro. Il sacchetto e la semina non va mai riposta al sole diretto ma in posto ben illuminato. Non uso fertilizzante.

Evitate di usare acqua piovana, oltre alla scomodità di raccoglierla ho sperimentato che purtroppo le alghe si sviluppano molto più facilmente forse per via dello stoccaggio... meglio spendere qualche centesimo per l'acqua distillata, in alternativa la sipuò autoprodurre facendo bollire l'acqua per almeno 30min ma poi bisogna aspettare che si raffreddi...  

A questo punto la nota dolente: sino quando si deve tener chiuso il sacchetto? Alcuni dicono pochi giorni, sin quando non son germinati la maggior parte dei semi, altri per mesi o anni o comunque sin quando non compaiono le prime spine alle giovani piantine. Io dico: dipende! Come in molti casi anche per questo non c'è una regola fissa, solo lo scupoloso occhio attento del coltivatore insieme all'esperienza maturata dopo tanti errori e altrettante soddisfazioni ti farà capire quando è arrivato il giusto momento,  si procederà quindi prima facendo dei buchi al saccetto per arieggiare a bassare l'umidità e poi rimuovendo completamente il sacchetto.

Credo di aver detto tutto... almeno per ora!

 

 

Nelle foto sotto alcuni Astrophytum seminati con la tecnica del sacchetto appena 5 giorni fa con temperature tra i 25 e 37 gradi!

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Articoli | 20-11-13 07:33 | Visite: 7K

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