Articolo

Gymnocalycium variegati

La rubrica dei consigli

Mi scrive Luca un nuovo amico di Unsitodelcactus.it:

Ciao Buongiorno… mi sto divorando il tuo sito … e ti ringrazio per il lavoro e passione che fai e che hai ….. avevo una curiosità ….volevo capire come facevano a variegare i gymnocalycium mihanovichii … cioè se dipendeva dall innesto o da incroci di fiori ….. non riesco a trovare delle grandi info sulle variegature … hai dei consigli ?? Grazie mille.

 

La mia risposta:

Ciao Luca, grazie di avermi scritto.

Ci sono molti miti e leggende sulle colorazioni dei G. in particolare su quelli completamente variegati (gialli, rossi e viola...). 

Si dice che quelli completamente variegati siano stati ottenuti inizialmente con radiazioni (irradiazione con raggi gamma), per quello che so io non sono naturali, anche perché in natura piante nate completamente senza clorofilla non potrebbero sopravvivere se non con un portainnesto che effettua la fotosintesi per loro. Non ho però trovato conferme a riguardo.

A mio avviso la teoria più plausibile è che qualche coltivatore su centinaia di migliaia di semine sia riuscito a salvare qualche esemplare così particolare innestandolo e poi moltiplicandolo dai polloni di volta in volta o riproducendo l'esemplare in  vitro (micropropagazione) poi sono stati immessi nel mercato migliaia di pezzi.

 

A conferma di questa tesi su alcuni articoli viene tiportato che due coltivatori giapponesi: Eiji Watanabe e K. Kito furono i primi ad allevare questi cactus nel 1940. Queste piante erano ibridi di Gymnocalicium mihanovichii  v. friedrichii. Hanno trovato due piante albine tra 10.000 piantine e hanno effettuato ripetuti tagli e innesti. Watanabe ottenne per primo un cactus rosso giallastro, chiamato "Unjo-nishiki". Nel 1948 apparve il rosso "Hibotan". Il Giappone presto produsse milioni di tali cultivar, che si diffusero in tutto il mondo. 

 

Quindi si tratta quasi sempre di esemplari derivanti da queste piante originali, come ad esempio per il Cereus forbesii var. spiralis che sono sempre talee della stessa pianta originale (o comunque di pochi esemplari).

 

Per i G. invece solo parzialmente variegati anche nelle mie semine capita che qualche piantina nasca più o meno variegata, credo che come avviene per gli esseri umani alcune caratteristiche siano semplicemente frutto di coincidenze genetiche particolari ma non essendo un genetista non so dirti molto di più. 

Alcuni generi sono più inclini alla variegatura di altri. In tutti i casi il portainnesto è necessario per poter "nutrire" la pianta innestata (che sia variegata oppure no) attraverso i fasci in comune, ma non contribuisce in alcun modo alla variegatura della pianta innestata che dipende solo ed esclusivamente dal suo patrimonio genetico.

Ci sono anche le cosidette "chimere", molto interessanti, ma di questo parlerò in un articolo a breve!

Spero di esserti stato d'aiuto. Buona coltivazione e continua a seguirmi.

 

Cattura_varieg_gymnoc.JPG

Articoli | 31-10-22 13:49 | Visite: 762

Vennero creati da due vivaisti giapponesi che volevano create piante ornamentali variegate. Il sig. Watanabe e il sig. Kitoh intorno agli anni '30.

Commento del 23-09-2023 18:55 di Utente Non Registrato

Per maggio info si può leggere tutto su fb sul profilo di scienze botaniche

Commento del 23-09-2023 18:57 di Utente Non Registrato

Grazie, trovato articolo http://www.dpks-drustvo.si/FJournal.htm

Commento del 23-09-2023 22:19 di Sergio

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