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Melocactus maxonii
La pianta della settimana. Scheda tecnica
Famiglia: Cactaceae
Genere: Melocactus, comprendente circa 40 specie.
Specie: maxonii
Nome scientifico: Melocactus maxonii Gürke, Monatsschr. Kakteenk. 18: 93 (1908).
Sinonimo: Melocactus curvispinus subs. maxonii; Melocactus ruestii subsp. maxonii
Etimologia: Il suffisso del nome (melo) deriva dal latino e significa melone, data la forma del fusto che presenta all'apice una forma globulare o cilindrica detta "cefalio"; questo, alla cresceta si presenta sferico per poi allungarsi sino a diventare cilindrico. La specie maxonii è stato descritta scientificamente nel 1908 Il nome maxonii è un'epiteto specifico che rende omaggio a William Ralph Maxon, un botanico americano noto per i suoi studi sulle felci e altre piante.
Habitat: Sono piante originarie dell'America centro-meridionale, furono i primi cactus importati dalle Americhe, già da Cristoforo Colombo stesso nei suoi primi viaggi. In particolare sono presenti anche nell'isola di Hispaniola dove Colombo attraccò nelle sue esplorazioni. Esistono dei libri originali dell'epoca con le immagini di Melocactus e forse addirittura una di queste piante fu data in regalo alla regina Isabella di Spagna al ritorno da una delle prime spedizioni. Questa specie in particolare è distribuita dal Messico al sud del Perù, comprendendo il nord-est della Colombia, il Venezuela e i Caraibi.
Descrizione
Tutti i melocactus sono piante globose solitarie ma superata una dimensione minima variabile da specie a specie (da 7 a 15 cm di diametro) diventano adulti e smettono quasi completamente di crescere. In compenso iniziano a produrre il cosiddetto "cefalio" (da qui il nome), cioè una protuberanza pelosa, di colore variabile dal rosso al grigio al nero, posta sulla cima. Il cefalio in questa specie è biancastro anche se formato da setole bianco rosate. Esistono esemplari in natura con il cefalio alto oltre 1 metro.
I fusti hanno forma globosa o cilindrica, sono di colore verde chiaro, con un diametro fino a 15 cm e un'altezza di 30 cm. Le costolature sono ben definite, suddivise da solchi profondi. In alcune forme, come la Melocactus maxonii f. inermis, le spine sono assenti.
Coltivazione
I melocactus in genere hanno bisogno di temperature piuttosto elevate (>10°C) per vivere. In inverno è meglio ricoverarle in casa, riposa da ottobre ad aprile, e non sopporta il freddo, è indispensabile che la temperatura non scenda sotto gli 8-12 °C.
Il terriccio deve essere poroso per garantire un buon drenaggio, in modo da evitare ristagni d'acqua a cui le piante sono molto sensibili. La pianta di solito non sviluppa molte radici perciò non sono necessari vasi molto profondi. Sono molto sensibili ai ristagni d'acqua soprattutto una volta che hanno il cefalio e se perdono le radici è quasi impossibile salvarli. Richiedono un po' piu' acqua rispetto ad altre cactacee ma sempre e solo quando il terriccio è completamente asciutto dalla precedente irrigazione. Dal momento in cui la pianta diventa adulta è molto più sensibile ai marciumi dovuti ai ristagni di acqua perciò occorre porre maggiore attenzione ad innaffiature e terriccio.
Riproduzione: la riproduzione avviene solo per seme in quanto la pianta non produce polloni. La percentuale di germinazione dei semi è comunque molto alta. I fiori sono poco visibili viola o rosa,e si aprono circolarmente nel cefalio. Sono autofertili e i frutti rossi e succosi contengono molti semi neri di circa 1mm.
In Foto piante di Melocactus maxonii brevispinus del Vivaio di Stefano Colombo
Articoli | 10-05-25 11:57 | Visite: 68
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