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Echeveria Elegans

La pianta della settimana. Scheda tecnica

Nome scientifico: Echeveria elegans 
Famiglia: Crassulaceae
Genere: Echeveria
Specie: elegans 

Etimologia:
Il genere Echeveria è dedicato al disegnatore e botanico messicano Atanasio Echeverría y Godoy, noto per le sue illustrazioni botaniche. L’epiteto specifico elegans, dal latino, significa “elegante”, e si riferisce alla forma armoniosa della rosetta.

Sinonimia e sottospecie:
Echeveria elegans A.Berger, Nat. Pflanzenfam., ed. 2 [Engler & Prantl] 18a: 472 (1930).
Echeveria elegans Rose, N. Amer. Fl. 22: 22 (1905).
Echeveria elegans var. hernandonis E.Walther, Echeveria 99, figs. 40, 41 (1972).
Echeveria elegans var. hernandonis E.Walther, Echeveria 99 (1972).
Echeveria elegans var. kesselringiana Poelln., Repert. Spec. Nov. Regni Veg. 39: 239 (1936).
Echeveria elegans var. simulans Poelln., Repert. Spec. Nov. Regni Veg. 39: 239 (1936).
Echeveria elegans var. tuxpanensis E.Walther, Echeveria 101 (1972).


Origine: Messico (in particolare nello stato di Hidalgo)

Habitat:Specie originaria di zone semiaride, si è adattata a suoli poveri e ben drenati e a condizioni di elevata insolazione. La presenza di tessuti succulenti e di una pruina riflettente riduce la perdita d’acqua.

Descrizione:
Echeveria elegans è una succulenta perenne acaulescente, con fusto estremamente corto. Anche se in commercio ne esistono diverse cultivar la specie in generale è caratterizzata da rosette basali simmetriche, del diametro di 8-15 centimetri. Le foglie sono disposte a spirale, sessili, carnose, di colore verde-glauco o grigio-azzurro, lunghe circa 4-6 centimetri e larghe 2-3 centimetri, con apice acuto o leggermente mucronato. La superficie fogliare è liscia e ricoperta da una leggera pruina cerosa.

La pianta produce infiorescenze a racemo portate da lunghi scapi eretti o arcuati, lunghi fino a 30 centimetri. I fiori sono attinomorfi, con petali saldati a formare una corolla tubolare rosata con apice giallo. Gli stami sono 10, disposti su due verticilli, con ovario supero formato da 5 carpelli. La fioritura avviene prevalentemente in primavera.

Il frutto è una capsula che a maturità si apre per rilasciare numerosi semi di piccole dimensioni.

Coltivazione: Preferisce esposizioni in pieno sole anche se è meglio ripararla in estate alle nostre latitudini, ma tollera  anche mezz’ombra luminosa. La luce diretta favorisce la compattezza e la colorazione della pianta, se coltivata dentro casa assicurarle una posizione molto luminosa vicino ad una finestra a sud. In inverno non tollera temperature inferiori a 4-5 gradi va protetta dalla pioggia e dal gelo o ritirata in ambienti riparati.

Annaffiare nella stagione vegetativa, aspettando che il substrato si asciughi completamente tra un’annaffiatura e l’altra. In inverno le irrigazioni vanno fortemente ridotte o sospese. Richiede un substrato ben drenante, composto da terriccio per cactacee con aggiunta di sabbia grossolana, lapillo o pomice in modo che non rimanga bagnato a lungo. Durante la primavera si può fertilizzare ogni 4-6 settimane con un concime specifico per succulente, a basso tenore di azoto. E' consigliato il rinvaso ogni 2 anni, in primavera. 

Moltiplicazione: Per talea fogliare o per separazione dei numerosi polloni basali. La semina è meno utilizzata ma comunque possibile.

Parassiti e malattie:
Può essere attaccata da cocciniglia cotonosa, specialmente alla base delle foglie. Soffre i ristagni idrici, che possono causare marciumi radicali.

Curiosità:
Nota come rosa di pietra, è tra le Echeveria più coltivate e apprezzate per l’ordine delle sue rosette e la facilità di cura. È molto usata in composizioni decorative, giardini aridi e contenitori.

 

In foto una Echeveria elegans, giardino botanico di Edimburgo tratta da commons.wikimedia.org

Echeveria_elegans_Edinburg_botanical_garden_02.jpg

Articoli | 20-06-25 12:39 | Visite: 65

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